Valerie Perrin - Cambiare l'acqua ai fiori

“Mi chiamo Violette Toussaint. Facevo la guardiana di passaggio a livello, ora faccio la guardiana di cimitero. Assaporo la vita, la bevo a piccoli sorsi, come un tè al gelsomino con un po’ di miele. E la sera, quando il cancello del cimitero è chiuso e la chiave appesa alla porta del bagno, sono in paradiso. Non il paradiso dei miei vicini, no. Il paradiso dei vivi".

Violette Touissant è la guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna.
Una donna sensibile, di una grazia disarmante, ma anche passionale e forte. Una donna che si ama sin dalle prime pagine.
Violette tiene un diario per tutte le celebrazioni, o almeno quasi tutte, “così quando quelli che non hanno potuto assistere al funerale vengono a trovarmi racconto loro qualcosa aiutandomi con gli appunti”. Perché il suo non è un lavoro, è un accostarsi al dolore con umanità e sensibilità.
Ha avuto una vita difficile e conserva un dolore straziante in fondo al cuore. Ma riesce a trovare la speranza e la gioia di vivere nelle piccole cose, contando solo su sé stessa. Allo stesso modo, Violette può indossare un abito rosso nascosto da un cappotto blu, abbottonato fino al collo: “Sembravo la notte, ma sotto indossavo il giorno”.
Così, al tema della morte, si accosta e si sostituisce quello della vita, ripresa in tutte le sue sfumature: la maternità, l’amore, la passione, il tradimento, l’amicizia, il dolore. Una miriade di sentimenti, che si rispecchiano nei colori dei fiori che Violette coltiva con amore e dedizione nel suo piccolo giardino.
Un romanzo delicato e scorrevole, che offre pagine intense e a tratti commoventi.
Assolutamente consigliato!