Audur Ava Ólafsdóttir - Hotel Silence

“Alle nostre latitudini la maggior parte della gente si uccide in primavera. Le persone non sopportano che il mondo si rinnovi. Che tutto ricominci un’altra volta ancora tranne loro stessi”

Jónas sta vivendo un periodo particolarmente difficile della propria vita. Quarantanove anni, divorziato, una figlia (che scopre non essere biologicamente sua), una ex moglie, una madre che soffre di demenza. Scoraggiato, perso, pensa di farla finita, ma per evitare che sia l’amata figlia a trovare il suo corpo senza vita, decide di recarsi all’estero, in una città che è appena uscita da un devastante guerra civile. Porta con se’ un cambio di abiti e la sua cassetta degli attrezzi, che gli servirà per mettere in atto il suicidio.
Decide di concedersi una settimana “per concludere la faccenda “.
Prende alloggio in un albergo scampato alla distruzione, l’Hotel Silence. Qui incontrerà i due giovani gestori, il piccolo Adam e altre persone del posto, ognuno con il proprio bagaglio di sofferenza. E conoscerà la distruzione, gli orrori della guerra, il dolore, le ferite del corpo e dell’anima. Il silenzio.
Jónas ha uno speciale talento nell’aggiustare le cose, e in città, oltre che all’hotel Silence, un uomo come lui è di grande aiuto.
L’idea del suicidio lascia presto spazio ad altre riflessioni, a una nuova, differente, consapevolezza.
Una storia di rinascita, una profonda riflessione sulla vita e un grande insegnamento: non arrendersi mai.