Autore: Matteo Bussola
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 2020 e 2022
N. Pagine: 216
ISBN: 9788806253035
Autore: Matteo Bussola
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 2020 e 2022
N. Pagine: 216
ISBN: 9788806253035
Matteo Bussola - L'invenzione di noi due
“Restare è il contrario di arrendersi, è una forma di adattamento che richiede fiducia in quel che c’è, la volontà di agire sul reale, piuttosto che andarsene lontano per inseguire una speranza, o una promessa di gloria”.
“Le persone sono superfici le une per le altre: l’amore le rende trasparenti, il non amore le rende opache.”
“Molti anni fa Milo mi disse che innamorarsi in fondo è un’intuizione, è come fare un progetto. Butti prima giù lo schizzo, l’idea incandescente, sulla carta. Ed è la parte più facile. Amare è invece caricarsi i sacchi di cemento sulla schiena e dar forma a quell’idea. Renderla reale. Ci vuole tempo, fatica, dedizione, e sperare di stare costruendo in una zona poco sismica. Il fatto è che quando un amore hai finito di costruirlo devi decidere se abitarlo, e quella è un’altra faccenda.”
Milo e Nadia frequentano l’ultimo anno di scuola, quello della maturità. Sono in due classi diverse, non si conoscono, ma condividono lo stesso banco: Milo ha lezione al mattino, Nadia al pomeriggio. Un giorno Milo, su quel banco, trova una scritta: “Chi sei?”. I due ragazzi cominciano così a scriversi, prima brevi messaggi, poi frasi sempre più lunghe. La scuola finisce, ma Milo e Nadia non riescono a conoscersi di persona. Si incontrano alcuni anni dopo a una festa. Lo stupore e la gioia di essersi ritrovati lascia presto spazio a una splendida storia d’amore, che sfocia nel matrimonio. La loro relazione, però, dopo quindici anni, comincia a cigolare. Milo ha rinunciato all’ambizione di diventare architetto e fa il cuoco. Nadia ha la passione della scrittura e sta lavorando a un romanzo che non riesce a concludere. L’allontanamento tra loro è graduale e doloroso. Nadia, che Milo definisce “la donna più vitale e incasinata che avessi incontrato mai”, si spegne giorno dopo giorno, finchè Milo si rende conto di averla persa. Non lo guarda più, non condivide più niente con lui e sembra mal sopportare la presenza del marito. L’uomo non si dà pace, ma non trova il coraggio di affrontare la situazione. Poi gli viene un’idea: tentare di riconquistare la moglie nello stesso modo in cui le loro anime si erano riconosciute la prima volta. “Dovevo dare a Nadia l’occasione di tornare a vederci, a vedermi. Di ricominciare a immaginarci.” Milo scrive una lettera indirizzata a una certa “Agnese” e la invia a Nadia tramite e-mail, firmandosi “Antonio”, fingendo di aver sbagliato l’indirizzo di posta elettronica. “Cara Agnese, come mi sembra strano scriverti. Prima, qualunque cosa io volessi dirti potevo sussurrartela direttamente all’orecchio, fartela capire con gli occhi….” Sono le parole accorate di un uomo che parla alla sua donna che se n’è andata via. “Ti amerò piano, senza che tu te ne accorga, ti amerò con la tenacia dell’ultimo Tic Tac che si incastra di sbieco sul fondo della confezione”.
Nadia, dopo più di dieci giorni, gli risponde. “Caro Antonio, penso che nemmeno io ti amerei. Hai tenuto nascosto ad Agnese chi eri davvero, hai lasciato che si accontentasse di una scorza. Quel che tu ritenevi dovesse piacerle, l’uomo che secondo te voleva e che ti sei sforzato di essere, ha celato quel che amava…” Comincia così una lunga corrispondenza, nella quale Milo e Nadia si aprono, si confessano e si raccontano con sincerità. “Scrivendo a te, riesco a vedermi ancora meglio.” Abbandonati i propri ruoli e i propri confini, liberi di esprimersi, di essere semplicemente sé stessi, Milo e Nadia imparano a comprendere e a comprendersi, aprendo la strada a un percorso introspettivo che potrà unirli o dividerli per sempre.
Un bel romanzo sul rapporto di coppia, ma anche sulla potenza della scrittura, che riesce a far affiorare la parte di noi più autentica e vera, quella nostra essenza che spesso rimane sepolta sotto la superficie della quotidianità.