Autore: Han Kang
Editore: Adelphi
Data di pubblicazione: 2023
N. Pagine: 163
ISBN: 9788845938337
Han Kang - L'ora di greco
"Se la neve è silenzio che scende dal cielo, la pioggia forse è un'interminabile catena di flussi. Parole che cadono sui marciapiedi, sui tetti dei palazzi di cemento, sulle pozzanghere nere, e rimbalzano. Lettere della mia lingua madre avviluppate in gocce d'acqua nere. Tratti dritti e rotondi, punti sfuggenti. Virgole e interrogativi che si incurvano".
Seoul. Una donna, al termine di una lunga battaglia legale, perde l’affidamento del figlio di sette anni. Sua madre è morta sei mesi prima. Qualcosa in lei si rompe e le fa perdere l’uso della voce. Le era già successo quando aveva sedici anni. Quella volta, a salvarla, era stata una parola francese. “Bibliothèque”. Quel suono l’aveva scossa. “Un borbottio incomprensibile era scaturito da un luogo più profondo della lingua e della gola”. Adesso, “quella cosa” è tornata. Ma questo silenzio è diverso. “Se in passato faceva pensare al silenzio che precede la nascita, ora assomiglia di più a quello che precede la morte”. La donna si rifugia in una lingua morta ma immortale, e si iscrive a un corso di greco antico. ”Una lingua con un’autosufficienza estrema, in cui il vocabolo non ha bisogno di combinarsi con nessun altro per essere usato.”
Il corso è frequentato da una manciata di studenti: un uomo di mezza età, uno studente di filosofia, un dottorando.
Il professore è un uomo sulla quarantina, ipovedente. Emigrato da ragazzo in Germania e rientrato da qualche anno a Seoul, è condannato alla cecità. Probabilmente riuscirà a mantenere quel po’ di vista che gli è rimasta per un paio di anni, poi sarà il buio. “Riesco a muovermi liberamente solo nelle ore del giorno o nei luoghi dove c’è abbastanza luce. Le cose mi limito a immaginarle.” L’uomo conserva dentro di sé il ricordo di un amore perduto e quello di una grande amicizia.
Durante l’ora di greco, tra l’uomo e la donna si crea un’intimità lieve, sottile, che si rivela in un colloquiare silenzioso, in un inevitabile incontro di anime. “Ogni tanto si scrutano in viso senza dire nulla. Mentre aspettano l’inizio della lezione. Nel corso della lezione. In corridoio durante le pause.”
La narrazione è lenta, e si muove ondeggiando tra pensieri, flashback, descrizioni sensoriali. Fino all’epilogo, toccante e intenso.
Un romanzo profondo e poetico, da leggere con la dovuta lentezza, assaporando ogni parola, perdendosi in ogni gesto, in ogni pensiero dei protagonisti. La sofferenza, il sentimento, la mancanza, vengono descritti con disarmante delicatezza. Una bella lettura.