Haruki Murakami - Nel segno della pecora

Gli esseri umani hanno bisogno di un equilibrio a metà fra i propri desideri e il proprio orgoglio."

Un giovane pubblicitario viene incaricato da un losco individuo di ritrovare una pecora particolare, caratterizzata da una stella disegnata sul dorso. Più che di un “incarico” si tratta di un “ordine”. Ha un mese di tempo e l'unico indizio è una fotografia, inviatagli da un vecchio amico, il Sorcio, del quale da anni si sono perse le tracce.
Il protagonista decide di mettersi in viaggio per Sapporo, nell’Hokkaido, in compagnia di una ragazza dalle orecchie bellissime e con il dono della preveggenza.
Arrivati a destinazione, l’uomo e la ragazza soggiorneranno al Dolphin Hotel, l’albergo che tornerà protagonista in “Dance dance dance”, continuazione, forse più avvincente, di questo romanzo.
Durante le sue faticose ricerche, il protagonista incontrerà alcuni personaggi molto particolari, quali il Professor Pecora, padre del titolare dell’hotel, e lo strano “uomo pecora”.
Il finale, forse un po’ frettoloso e non troppo chiaro, lascia comunque intatto il senso più profondo della ricerca, quella dentro l’animo umano, con le sue mancanze e le sue debolezze, ma in grado, sempre e comunque, di trovare la forza di rimettersi in gioco.
"Nel segno della pecora" è il terzo romanzo di Murakami ed è considerato da parte della critica un po’ “acerbo”. Tra le sue pagine, tuttavia, si possono già trovare alcuni dei temi caratteristici della produzione letteraria dell'autore: il tema dell’abbandono e della solitudine, la passione per la musica, la condanna di una politica arrogante e inetta, il tutto in un mondo sospeso tra il reale e il sogno, caratterizzato dalla presenza di figure animalesche di fantasia e dell’immancabile gatto.
Nel complesso, a mio parere, un libro piacevole e ipnotico, sicuramente da leggere.