Margaret Mazzantini - Venuto al mondo

“Mi era caduta una lacrima nell'aranciata. Una lacrima stupida come la mia vita. Non riuscivo nemmeno a rispondere, facevo sì con la testa come una gallina che becca. Beccavo su quella tiepida e lunghissima bugia, spalmata a matita dalla calligrafia ancora incerta di mio figlio. Quell'innocenza era la mia coperta. Era lui a battezzarmi sua madre. A dire sei tu. E questo è il certificato.”

Gemma parte per Sarajevo con il figlio sedicenne, Pietro. Ad attenderli c’è Gojko, un suo caro amico. Era stato proprio lui a farle conoscere Diego, il fotografo di pozzanghere, nei giorni delle Olimpiadi invernali del 1984. Diego, il padre di suo figlio…
Gemma ripercorre così la sua storia. L’amore, il desiderio di una maternità difficile da realizzare, la guerra e i suoi orrori.
Impossibile non immedesimarsi in questa donna, non soffrire con lei, non perdersi nei suoi pensieri, nel suo dolore, nella sua umanità, così sincera da fare male.
Un romanzo scritto benissimo, doloroso e commovente, permeato, dall’inizio alla fine, dall’unico elemento in grado di salvare il mondo: l’amore.